C|E CONTEMPORARY
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VIA TIRABOSCHI, 2/76 t. +39 348 90 31 514
ORARI DI APERTURA mar-ven 14.00 – 18.00
Paradoxes & Liquid Identities
double solo show a cura di Viana Conti
vis-à-vis
Tedman&Strand | Virginia Monteverde
fino al 14 febbraio 2016
Opening giovedì 3 dicembre 2015 ore 18.00 – 21.00
ore 19.00 introduzione alla mostra della curatrice
Presenti gli artisti
In linea con un programma di proposte internazionali, C|E Contemporary Milano, presenta la mostra, intitolata Paradoxes & Liquid Identities, che mette in atto un ribaltamento, a chiasmo, delle modalità comunicative delle artiste invitate. Il Duo anglo-californiano Tedman&Strand propone, in prima uscita nazionale, un corpus di otto opere site specific che formula con il linguaggio, di tradizione romantica, del “ricamo a mano su seta,”una denuncia radicale ai modi freddi e spregiudicati di “persuasione occulta” dei mezzi digitali di comunicazione di massa, mentre l’artista italiana Virginia Monteverde, nata a Tübingen, in Germania, attiva anche come curatrice di eventi culturali internazionali, propone, in un significativo dialogo con il Duo Tedman&Strand, un’installazione multimediale high tech per comunicare una riflessione autobiografica sui giorni dell’infanzia, in cui il mare diventa schermo sensibile ed emozionale di rammemorazioni. Da qui il senso conflittuale del titolo che, con Tedman&Strand, stigmatizza il cinismo delle politiche aziendali, in una società occidentale a capitalismo avanzato, attraverso una raffinata e provocatoria, insieme, modalità espressiva d’antan, e che, con Virginia Monteverde ricorre alla sperimentazione digitale più sofisticata e quindi alla memoria artificiale, per aprire una finestra intimista sulla memoria reale del suo passato. Altro sintomatico elemento di contrasto sono i tempi da monaco certosino, del Duo Tedman&Strand ed il tempo reale delle riprese video-tablet, degli scatti iPhone e delle sonorità QRcode di Virginia Monteverde. È indubbio che la mostra Paradoxes & Liquid Identities presenta uno spaccato d’arte contemporanea denso di contraddizioni e interrogativi.
Virginia Monteverde
Horizons
Virginia Monteverde (nata nel 1969 a Tübingen, Germania, dopo un periodo di attività a Milano si trasferisce a Genova, città dove si è formata all’Accademia Ligustica di Belle Arti e dove risiede), orienta le sue scelte artistiche verso la sperimentazione tecnologica nelle modalità espressive della pittura digitale, della videoarte, e dell’installazione multimediale. La sua opera sottoscrive la visione della società liquida teorizzata dal sociologo e filosofo polacco Zygmunt Bauman, secondo il quale una condizione postmoderna di consumismo incontrollato, di induzione di una precarietà sistemica dei valori materiali e immateriali, provocherebbe un collasso delle strutture cardine dell’esistenza. Virginia Monteverde presenta in mostra un’installazione che si apre con il suggestivo video su tablet Orizzonti, articolandosi poi, a parete, su tre sequenze di cinque variazioni d’orizzonte, riprese fotograficamente con l’iPhon, in diverse ore del giorno, dalla finestra sul mare della sua camera. Le stampe, su carta fine art german, cm. 10 x cm.10, in cornice cm. 20 x cm. 20, sono accompagnate da tre supporti di alluminio sormontati da evocative conchiglie madreperlacee, dagli eleganti scudi conici avvolti a spirale, che, accostati all’orecchio, rinviano, autobiograficamente, ai ricordi di una bambina che vi ascoltava, estasiata, in solitudine, il profondo rumore del mare. Questo scenario romantico cambia di segno, per diventare high tech, in fondo alla sequenza fotografica, dove, a parete, si presenta un cibernetico QRCode, che decodifica il rumore delle onde. Un’ulteriore opera elettronica è costituita dal video sonoro in loop Tunnel (durata 1’ 55”) che, nello scorrimento veloce, tra l’interno della galleria e l’esterno di un litorale mediterraneo, fagocita l’attenzione dello spettatore in una angosciante, martellante, dimensione liquida, in cui riaffiorano memorie di un viaggio esistenziale vissuto alla rovescia, quando il ritorno si affolla di memorie dell’andata. La mostra Horizons, ritmicamente scandita tra cielo e mare, tra immobilità fotografica e mobilità video, tra realtà ed artificio, non cessa di restituire allo spettatore un universo insospettato di sensazioni emotive e di percezioni tattili, visive e sonore. Attenta e sensibile nel registrare le trasformazioni del contesto sociale e della sfera personale dell’individuo, in un mondo globalizzato e progressivamente robotizzato, in cui le identità tendono ad abbassare il loro grado di soggettività e ad alzare quello di omologazione alla massa, questa artista non cessa di adeguare i suoi strumenti comunicativi, sia a livello tecnologico che emozionale, alle esigenze di un destinatario a rischio di anestetizzazione e isolamento. Il suo universo è connotato da una profonda interazione e da un significativo scambio tra i valori della tradizione, in particolare sull’area della cultura e dell’arte classica, e quelli dell’innovazione, sull’area connettiva della comunicazione tecnologica.
È ideatrice, in campo curatoriale, tra le iniziative di maggior rilievo, di mostre in spazi istituzionali, come Segrete, tracce di Memoria – Alleanza di artisti in memoria della Shoah, nelle antiche carceri della Torre Grimaldina di Palazzo Ducale a Genova, ContemplArte, Rassegna d’arte contemporanea nei chiostri di Genova, e la Biennale d’arte contemporanea Le Latitudini dell’arte, a Palazzo Ducale, Genova. Virginia Monteverde è presente, con sue opere, nella collezioni del Museo di Sant’Agostino di Genova (Scultura liquida, Margherita di Brabante), del Museo d’arte contemporanea di Sella di Lodrignano, Parma (videoinstallazione Passeggiata nella città liquida), del Museo ideale Leonardo Da Vinci, a Vinci, Firenze (Background, la Gioconda) e della Nelson Mandela Foundation, Houghton – Johannesburg, South Africa (Madiba).
Viana Conti